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venerdì 14 aprile 2017

L'Etna è il vulcano che cresce più velocemente: da uno a cinque crateri in 100 anni

Non si dà pace. Cambia continuamente forma e dimensioni. È vero, tutti i vulcani attivi lo fanno, soprattutto nell'area sommitale in corrispondenza delle bocche eruttive, ma l'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa, ne detiene sicuramente il primato.
Cento anni fa aveva un unico Cratere Centrale. Oggi se ne contano almeno quattro, anzi cinque, se consideriamo l'ultimo nato di oltre 300 metri di altezza, il Nuovo Cratere di Sud-Est. Ma non finisce qui. Anche l'ultima eruzione è "figlia" di questa successione di eventi.
Dalla fine di gennaio, l'attività eruttiva intermittente ha dato vita a un altro piccolo cono piroclastico sulla sella morfologica esistente tra il vecchio e il Nuovo Cratere di Sud-Est. Mentre, dal 21 marzo in poi, dalla base del Nuovo Cratere di Sud-est ha preso piede una lenta, ma costante attività effusiva, con una colata lavica dagli scenari di incredibile bellezza.
La lava, finita nella Valle del Bove, si è sfrangiata in mille rivoli incandescenti, capaci anche di inglobare la neve lungo i pendii, causando, al contatto tra il fuso incandescente e la neve, trasformata in acqua e poi in vapore, vistose esplosioni idro-magmatiche.
Sul versante sudoccidentale del vulcano, invece, la lava ha creato fiumi incandescenti lunghi fino a tre chilometri, trasformandosi in meta continua di turisti e appassionati, soprattutto nelle ore notturne.
Uno spettacolo unico, ma anche l'occasione per studiare questi fenomeni e provare a comprenderli, applicando nuovi strumenti per il monitoraggio dei flussi lavici messi a punto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Come la tecnologia LiDar (Light Detection and ranging), un sistema di telerilevamento "attivo" per l'esecuzione di rilievi topografici ad alta risoluzione tramite mezzo aereo, realizzata dai ricercatori Ingv, per misurare l'entità dei cambiamenti morfologici che dal 2007 al 2010 hanno interessato l'Etna.
La nuova topografia del 2010 rappresenta, infatti, un punto di partenza per il calcolo dei successivi mutamenti morfo-strutturali del vulcano. Mutamenti importanti, come quelli accaduti dal gennaio 2011 in poi, che hanno dato vita a una lunga serie di eventi eruttivi sommitali e alla nascita del nuovo cono del Cratere di Sud-Est, cresciuto più velocemente di qualsiasi altro vulcano nella storia documentata.

www.gds.it

martedì 28 marzo 2017

GUARDA IL VIDEO! Etna e Stromboli, esplosioni vulcaniche in 3d.



L'Ingv ha sviluppato nuove metodologie di osservazione dell'attività vulcanica a carattere esplosivo, grazie all'impiego di telecamere ad alta velocità e ad alta risoluzione.

mercoledì 8 marzo 2017

Viaggio nella Catania barocca (Seconda parte)

Chiesa S. Placido
Alle spalle della Cattedrale etnea la Chiesa di San Placido, la cui facciata è opera dell'architetto romano Stefano Ittar. Il portale d'ingresso murato dell'ex monastero di san Placido, in via Museo Biscari, è impreziosito da ricami in pietra bianca.

In via Crociferi la mirabile Chiesa di San Giuliano, una delle massime opere di G.B. Vaccarini. Iniziata da Giuseppe Palazzotto nel 1736 fu completata dall'illustre palermitano che vi dedicò particolare attenzione.
Chiesa S. Francesco Borgia
La chiesa presenta le stesse caratteristiche della badia di Sant'Agata, la pianta ellittica di tipo borrominiano è arricchita da due bracci all'estremità dell'ellisse. Una lanterna ottagonale nasconde dall'esterno la cupola impostata al centro della costruzione. Un'ampia cancellata chiude la gradinata avvalorando la convessità del prospetto.

Chiesa S. Bendetto Borgia
Sul lato ovest della via Crociferi la chiesa di S. Francesco Borgia il cui prospetto, disegnato da Angelo Italia sul finire del XVIII sec., si eleva su un'alta gradinata a due rampe. La facciata è realizzata a due ordini di colonne binate accoppiate ad un portale che ne ripete il motivo.

L'ex collegio dei Gesuiti, la cui facciata è opera dello stesso A. Italia, fiancheggia la chiesa di S. Francesco Borgia. Notevole la tribuna impostata sopra il portale d'ingresso al quale si accede da una maestosa scalinata.

Basilica Collegiata
Opera del Battaglia la piccola badia di S. Benedetto, sita nello slargo iniziale di via Crociferi. La chiesa è ad un'unica navata centrale preceduta da un vestibolo ricco di stucchi e figure angeliche con scalinata marmorea.

L'arco di S. Benedetto collega la badia piccola a quella grande. La tradizione vuole che il congiungimento delle due badie, opera di Alonzo di Benedetto del 1704, sia stato realizzato in una sola notte per mettere le autorità senatoriali che ne negavano il permesso dinanzi al fatto compiuto.

Basilica Collegiata
Sulla via Etnea, subito dopo piazza Università, la basilica tardo barocca della Collegiata. Sorta dopo il terremoto sul luogo di un'edicola dedicata a S. Maria dell'Elemosina fu realizzata da Stefano Ittar nel 1777. Primo progettista fu Angelo Italia collaborato da Antonio Amato. La sagrestia è costruzione posteriore di Sebastiano Ittar.

La facciata campanile è su due ordini. Nel primo sei le colonne in pietra lavica e bianche lesene sormontate da una balaustra; nel secondo un finestrone centrale ai cui lati si ergono quattro grandi statue di S. Pietro, S. Paolo, Sant'Agata e Santa Apollonia. Spicca il profondo nicchione sormontato dal complesso coronamento che racchiude il vano per le campane.

Palazzo Biscari
L'imponente prospetto di S. Biagio, realizzata su disegno di Francesco Battaglia, domina la Piazza Stesicoro. All'interno la fornace in cui Sant'Agata patì il martirio sui carboni ardenti.
Palazzo Biscari
La chiesa di Sant'Agata al carcere addossata al bastione di Carlo V, sul poggio sovrastante piazza Stesicoro, fu eretta su progetto di Battaglia e ingloba i resti romani del carcere i cui sarebbe stata imprigionata la Santa. La facciata accoglie il ricco portale d'epoca sveva proveniente dall'antico duomo distrutto dal terremoto del 1693.

Sugli spalti della cinta muraria cinquecentesca prospiciente l'antica darsena d'Alcalà si erge Palazzo Biscari. L'edificio, iniziato nel 1707 da Alonzo Di Benedetto, venne realizzato dagli Amato. All'ampio cortile d'ingresso si accede attraverso un grande portale ricco di intagli opera dell'architetto Antonio Amato.


Elisa Aidala


Clicca qui e leggi la prima parte del nostro viaggio


mercoledì 22 febbraio 2017

Viaggio nella Catania barocca (Prima parte)

Piazza Duomo
Complesso Benedettino
Il 1693, l'anno in cui un terribile terremoto distrusse l'antica città medievale e seppellì sotto le immani macerie 16.000 dei 24.000 catanesi che la popolavano. Fu allora che il duca di Camastra, collaborato dal canonico Cilestri e dal vescovo Riggio, concepì la pianta secondo la quale sorse la Catania moderna, barocca ed elegante. A questo rinnovamento integrale e rigeneratore si unirono gli effetti della Controriforma per cui la città si popolò di dozzine di chiese e monasteri la cui architettura rappresenta il nucleo di una formazione artistica che aprì Catania alle scuole continentali. Qui si cimentarono artisti di primordine: il palermitano Vaccarini, il romano Stefano Ittar, Francesco Battaglia. Ne scaturì un sofisticato stile barocco popolare e colto nello stesso tempo, fortemente caratterizzato e radicato nel territorio.

Fontana del Duomo
Il carattere grandioso del barocco catanese ha la sua massima espressione nel complesso benedettino di S Nicolò l'Arena. I pinnacoli, le grandiose finestre, le pietre traforate, i putti a supporto della balconata, le balaustre ricurve in ferro battuto ne fanno una residenza principesca più consona ai vicerè che ai monaci.

Il centro barocco della città è piazza del Duomo, la platea magna sulla quale si affacciano la cattedrale di Sant' Agata, sorta nel 1094 sulle terme achilliane per volere del normanno conte Ruggero, il Palazzo degli Elefanti, sede del municipio, e il seminario dei chierici. Opera simbolo la Fontana dell'elefante realizzata da Vaccarini tra il 1735 e il 1736 che ricalca la Fontana del Bernini di piazza della minerva a Roma. 
Badia di Sant'Agata
Vaccarini utilizza un antico simulacro lavico opera di scalpellini bizantini sovrapponendovi un troncone di colonna di granito a sezione esagonale proveniente dal tempio di Iside che in età ellenistica sorgeva nell'area di piazza San Francesco. Una delle vaschette laterali a conchiglia del basamento della fontana rappresenta il dio Simeto; sul lato opposto è Amenano l'altro fiume che bagna Catania.

Badia di Sant'Agata
Il seminario dei chierici, realizzato per mano di Alonso Di Benedetto e Francesco Battaglia, è collegato alla Cattedrale dalla porta Uzeda edificata nel 1696 e intitolata al vicerè del tempo. Poco lontano dalla Cattedrale la badia di Sant’Agata, massima espressione dell'architettura vaccariniana. La chiesa, concepita a pianta ottagonale, ha il coronamento esterno arricchito da finestre difese da panciute grate traforate.

Continua….


Elisa Aidala