sabato 29 aprile 2017

Dalla Sicilia al Piemonte con il mulo

Parte domani il progetto Woodvivors, un viaggio a piedi lungo il Sentiero Italia, partendo dalla Sicilia per andare in Piemonte, percorrendo i più importanti parchi naturali italiani in compagnia di un mulo. 

Francesco Lanzino, 24enne cresciuto sulle Madonie, dove ha sviluppato la passione per la natura e l'escursionismo, realizzerà un documentario del suo viaggio a piedi, attraverso le bellezze nascoste e i paesaggi bucolici di tutta Italia. 

Lanzino ha una passione per l'escursionismo che lo porta fin dall'età di 14 anni a percorrere con lo zaino in spalla boschi e sentieri naturalistici. Francesco e i suoi compagni di viaggio (Dario Santoro, 25 anni, video operatore palermitano, e Never Milesi, 23 anni, video operatore piemontese) attraverseranno tutta l'Italia per arrivare infine in Piemonte. 

Parco Nazionale del Pollino, Cinque Terre, Appennini, Peloritani, sono solo alcuni dei meravigliosi luoghi che toccherà il progetto. L'associazione Ecomulo, che da anni si occupa di trattare e incentivare tematiche come i viaggi eco-sostenibili, ha donato a Francesco un mulo, Ernesto, che lo accompagnerà lungo il suo percorso. 

La realizzazione del film presuppone pertanto, di viaggiare in autosufficienza da aprile a fine settembre, approfittando dei mesi più caldi, appoggiandosi al Sentiero Italia (creato nel 1984 e percorso l'ultima volta nel 1999), lontani dai grossi centri urbani. La maggior parte della traccia sarà su dorsali montane. Un percorso che mostra spaccati di vita quotidiana che possono essere colti dall'andamento lento di un mulo.

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domenica 23 aprile 2017

Elfo, principe di Catania



Conosciamo l'Elfo, giovane rapper catanese. Idolo di giovani e giovanissimi, è la nuova scoperta artistica made in Sicilia.

mercoledì 19 aprile 2017

Piotta il 10 giugno a Bagheria

Pregi, difetti, luoghi comuni e retaggi culturali dell’Italia nel nuovo singolo di Piotta "Applausi al comandante», in uscita il 21 aprile in radio e negli store digitali. Il brano è contenuto nell’EP intitolato «8 ½», che Piotta ha definito come «un ponte» tra l’ultimo album "Nemici» e i suoi prossimi lavori.
Nel videoclip, il comandante Piotta è alla guida di un aereo insieme con un «sosia» del rapper star del web Bello Figo, citato anche nel ritornello del pezzo. Piotta mescola rap, rock e elettronica con un testo sarcastico che tocca argomenti come l’autocelebrazione, l'orgoglio di essere italiani, il razzismo nell’epoca contemporanea. Il tour partirà lo stesso giorno da Grosseto e proseguirà con altre dodici date in Italia, tra club e festival estivi.

Tra le tappe previste c'è anche la Sicilia:

21/4 Grosseto – Faq
22/4 Molvena – Revolution Club
28/4 Aversa – Magazzini Fermi
29/4 Roma – Monk
30/4 San Salvo – Beat Cafè
1/5 Napoli – TBA
6/5 Livorno – The Cage Theatre
13/5 Foligno – Supersonic Music Club
27/5 Courgnè – May Day Festival
4/6 Nerviano – Big Bang Music Festival
10/6 Bagheria – Addio Pizzo
15/7 Merate – Finalmet l’è Venerdè
29/7 Pozzolengo – Back in The Music Village
11/8 Fiumefreddo – Fiume Rock

martedì 18 aprile 2017

GUARDA IL VIDEO! Catania agli inizi del '900


Scorci di una città fantastica, signori distinti con cappello e bastoni da passeggio, donne in ambito lungo, carrozze e tram. ISiciliablog vi propone uno squarcio dell'antica Catania.

venerdì 14 aprile 2017

L'Etna è il vulcano che cresce più velocemente: da uno a cinque crateri in 100 anni

Non si dà pace. Cambia continuamente forma e dimensioni. È vero, tutti i vulcani attivi lo fanno, soprattutto nell'area sommitale in corrispondenza delle bocche eruttive, ma l'Etna, il vulcano attivo più grande d'Europa, ne detiene sicuramente il primato.
Cento anni fa aveva un unico Cratere Centrale. Oggi se ne contano almeno quattro, anzi cinque, se consideriamo l'ultimo nato di oltre 300 metri di altezza, il Nuovo Cratere di Sud-Est. Ma non finisce qui. Anche l'ultima eruzione è "figlia" di questa successione di eventi.
Dalla fine di gennaio, l'attività eruttiva intermittente ha dato vita a un altro piccolo cono piroclastico sulla sella morfologica esistente tra il vecchio e il Nuovo Cratere di Sud-Est. Mentre, dal 21 marzo in poi, dalla base del Nuovo Cratere di Sud-est ha preso piede una lenta, ma costante attività effusiva, con una colata lavica dagli scenari di incredibile bellezza.
La lava, finita nella Valle del Bove, si è sfrangiata in mille rivoli incandescenti, capaci anche di inglobare la neve lungo i pendii, causando, al contatto tra il fuso incandescente e la neve, trasformata in acqua e poi in vapore, vistose esplosioni idro-magmatiche.
Sul versante sudoccidentale del vulcano, invece, la lava ha creato fiumi incandescenti lunghi fino a tre chilometri, trasformandosi in meta continua di turisti e appassionati, soprattutto nelle ore notturne.
Uno spettacolo unico, ma anche l'occasione per studiare questi fenomeni e provare a comprenderli, applicando nuovi strumenti per il monitoraggio dei flussi lavici messi a punto dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv).
Come la tecnologia LiDar (Light Detection and ranging), un sistema di telerilevamento "attivo" per l'esecuzione di rilievi topografici ad alta risoluzione tramite mezzo aereo, realizzata dai ricercatori Ingv, per misurare l'entità dei cambiamenti morfologici che dal 2007 al 2010 hanno interessato l'Etna.
La nuova topografia del 2010 rappresenta, infatti, un punto di partenza per il calcolo dei successivi mutamenti morfo-strutturali del vulcano. Mutamenti importanti, come quelli accaduti dal gennaio 2011 in poi, che hanno dato vita a una lunga serie di eventi eruttivi sommitali e alla nascita del nuovo cono del Cratere di Sud-Est, cresciuto più velocemente di qualsiasi altro vulcano nella storia documentata.

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giovedì 13 aprile 2017

Valle dei Templi, aperto il percorso ipogeo alla Kolymbetra

È aperto da ieri il nuovo percorso ipogeo che collega il Giardino della Kolymbetra alla Porta V dell’antica cinta muraria di Agrigento. Strutture cunicolari scavate dall’uomo in diverse epoche al di sotto dell’antico centro di Akragas e del paesaggio della valle, gli ipogei di Agrigento sono stati realizzati nella stessa roccia utilizzata per i principali monumenti della città e per buona parte del centro storico: la calcarenite gialla pleistocenica.
Le fonti storiche fanno risalire al 480 a.C. il periodo in cui iniziarono i lavori per la costruzione di queste strutture sotterranee, realizzate in parte per assolvere al fabbisogno di acqua, in parte per immagazzinare derrate alimentari, e altre ancora da utilizzare come vere e proprie cave di conci di calcarenite. Queste cavità vennero poi sfruttate in tempi più recenti come rifugi antiaereo durante le due guerre mondiali.
Il nuovo percorso ipogeo nel Giardino della Kolymbethra è una cavità interessante dal punto di vista archeologico, speleologico e naturalistico. Di facile percorribilità, si sviluppa nel sottosuolo per circa 185 metri e presenta tre ingressi: due all’interno della Kolymbethra - il primo nel vallone e il secondo in corrispondenza della biglietteria Fai - e uno nell’area del Parco Archeologico nella zona di «Porta V».
Fra le peculiarità riscontrate nella galleria, la presenza lungo le pareti di nicchie scavate nella roccia per far posto alle lucerne a olio e di «pedalore» sulle pareti verticali del pozzo, atte a consentire la discesa e la risalita all’interno della cavità.
Sono previsti due percorsi di visita: il primo, della durata di circa 120 minuti, può essere effettuato liberamente o con guida autorizzata e conduce dal Tempio di Giunone fino al Tempio dei Dioscuri; il secondo, di circa 40 minuti, guida i visitatori alla scoperta dell’antico agrumeto della Kolymbethra e dei suoi molteplici significati storici e culturali, rappresentati anche dagli acquedotti ipogei Feaci del V secolo a.C..

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lunedì 10 aprile 2017

Modica, “Cioccolato in fermento” dal 22 al 25 aprile

Amanti del cioccolato Modica vi aspetta! Dal 22 al 25 aprile la cittadina ragusana ospiterà l'evento "Cioccolato in Fermento". Un appuntamento da non perdere per produttori e golosi grazie all'iniziativa del Comitato Cioccolatieri Modica con il patrocinio del Comune di Modica. Tra seminari e laboratori ci sarà soprattutto spazio per le degustazioni. E a farla da padrone non sarà solo il cioccolato locale ma anche quello degli altri produttori italiani. Scenario dell'evento il cortile dell'ex Convento del Carmine.

venerdì 7 aprile 2017

“Vussia Cuscenza”, la catanese Gabriella Lucia Grasso in tour con Carmen Consoli: le tappe in Sicilia

Un’anima latina, cresciuta tra le note di Edith Piaf, jazz e lirica. Un timbro inconfondibile, profondo e carnale. Un passato tra studi di musica classica e teatro. Un inizio nel rock, a Milano, per poi spostarsi tra le onde del folk nel mare della sua Catania. L’apparente disordinata ma eccellente scrittura di Ani Di Franco come punto di riferimento, guidato dall’amore per il Sud di Rosa Balistreri.
La Sicilia disegnata nel cuore, sempre, con i suoi mestieri e le tradizioni, unita alla passione per l’Argentina e il tango, che con la grande isola condivide melodie e armonie. Collaborazioni d’eccezione, come quella con Bob Mcferrin e il Maestro Giorgio Albertazzi, caratterizzano il suo percorso. E un legame, quello con Carmen Consoli, che da amicizia diviene collaborazione artistica con l’ingresso nella Narciso Records, etichetta indipendente tutta al femminile fondata dalla Cantantessa nel 2002; e con la partecipazione – chitarra e voce – al progetto Malmaritate, ensemble di sole artiste donne che si muovono fra vari ambiti espressivi.
E’ Gabriella Lucia Grasso, artista eclettica e multiforme, importante voce catanese della world music tornata alla musica con “Vussia Cuscenza”, il nuovo album in uscita per Narciso Records/Believe.
Concepito nel periodo di ritiro e riflessione della Cantentessa che, "in dolce attesa", appare come bassista e voce in Don Pippuzzu, “Vussia Cuscenza” vede anche la partecipazione di un’altra voce di profondo spessore: Lidia Borda, eccellenza del canto argentino. Sarà proprio l’imminente tour “Eco di Sirene” di Carmen Consoli l’occasione per Gabriella Lucia di presentare al pubblico il nuovo disco.
Accompagnata sul palco dalla chitarra classica di Denis Marino, l’artista ha aperto infatti i concerti della Cantantessa e proseguirà l’11 aprile a Palermo (Teatro Biondo), il 12 e 13 aprile ad Agrigento (Teatro Pirandello), il 14 aprile a Messina (Auditorium Palacultura Antonello).
Intanto, domenica Gabriella Lucia Grasso torna a casa.
Per nascere ancora, suonando il suo album nella sua città, e presentarsi in una veste ancora più incantevole in un concerto dedicato ai suoi concittadini. Proprio come recita l’iscrizione sulla Porta Ferdinandea, uno dei gioielli architettonici di Catania. E proprio come una fenice dalle infinite vite, Gabriella fa rivivere per la città siciliana in una nuova ed esclusiva data live le dodici tracce del suo ultimo disco “Vussia Cuscenza”, uscito a marzo per Narciso Records, l’etichetta indipendente tutta al femminile di Carmen Consoli, e distribuito da Belive.
Alle 21 la Grasso sarà in concerto all’interno di Zo - centro culture contemporanee, spazio innovativo e riqualificato fattosi fornace di esperienze artistiche e culturali della città. Con lei sul palcoscenico: Denis Marino, chitarra, mandolino e bouzouki; Giacomo Patti al basso; Giandomenico Militello alla batteria; Emilia Belfiore al violino; Tiziana Cavaleri al violoncello e Concetta Sapienza al clarinetto. Una formazione a cui si aggiungerà la straordinaria partecipazione di Tosca.
“Vussia Cuscenza” è un lavoro in cui ritrovare il cammino complesso dell’artista, tra musica tradizionale della sua Trinacria, il tango e la bossanova. Un lavoro in cui traspare una particolare attenzione all’identità femminile, percepibile fin dalla prima traccia “Pippineddu”, appassionata ode alla bellezza della donna.
Nell’orizzonte di un ideale dialogo fra Sicilia e Argentina, l’album è una malìa sonora che incanta l’ascoltatore e lo trascina nel vortice di dodici brani in cui gli strumenti della tradizione mediterranea (mandolino, bozouki greco) e latinoamericana (guitalele, requinto e bandoneon) si fondono con la modernità dei synth e delle chitarre elettriche per restituire un innovativo intreccio armonico, tra gusto retrò e sensibilità contemporanea. Suoni rock, pronunce jazz, strofe serrate in una scrittura naturalmente barocca che esplode nella creazione di un’immagine dietro l’altra, metafora dopo metafora, al ritmo incalzante della canzone popolare.
In “Vussia cuscenza” si percepisce, per dirla con Ani DiFranco, la consapevolezza di un’eredità, la coscienza di una comunità. Nei nostri tempi che fuggono, nell’assedio dell’omologazione, riflettere sulla propria identità è un atto di resistenza e rivolta, nel momento in cui la Grasso ne svela, musicalmente, la naturale attualità. La Sicilia si ritrova in alcune canzoni più politiche e legate alla tradizione di cui fu centro nevralgico Rosa Balistreri, nelle minimagghie (storielle per bambini con insegnamenti di vita) e nella decisione di privilegiare la lingua siciliana, sia per la sua musicalità sia come espressione sincera del sentire più intimo.
Nell’album ci sono tutte le passioni e la testa di un’artista che canta l’amore, senza dimenticare uno sguardo acuto e critico verso la società e verso se stessi. Come la denuncia del legame tra chiesa e politica in Cunta e pigghia; o, in Don Pippuzzu, la perdita degli antichi mestieri, patrimonio inestimabile di saperi messo in crisi dal moderno. O il dialogo con la propria coscienza, nella canzone che regala il titolo all’album, a cui si dà del Voi (vussia) per sottolinearne la sua distanza in alcuni momenti della vita.
Gabriella ci ha insegnato fin dargli esordi ad ascoltare l’amore, qui maturato e, soprattutto, declinato in ogni sua forma. C’è l’amore fuggevole e ostinato di Camurria, incalzante come il ritmo che l’accompagna. L’amore passionale e sofferto di Meno male che canto, dedicato a un’elegante e impudente signora dal rossetto rosso. L’amore per l’Argentina in Quanti voti e in Taccu e Punta, che descrive con divertita ironia le liturgie e i rituali che costituiscono quella meravigliosa forma di ballo che è il tango. Ma c’è anche l’amore che finisce, In una notte di maggio tra stelle e carillon, dove il silenzio diventa duro e il tempo piange. E il perduto amor, quello di un padre andato via in Guancia a guancia, struggente ballad che dipinge con sensibilità quello “strano sentimento” che è tenerezza, calore, e dolore allo stesso tempo.
Un sentimento che prende forma e sostanza nella successione di abbracci che si succedono lungo tutto il booklet dell’album, abbracci teneri, amichevoli, passionali e materni. Simili alla musica, capace di stringerti in infinite emozioni e connessioni.

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mercoledì 5 aprile 2017

Riapre a Palermo l'antico convento di Santa Caterina: ospitava suore di clausura

E così anche lo stretto confessionale in pietra, il giardino, i lunghi e silenziosi corridoi, le celle delle suore di clausura con i lettini ordinati e puliti, il refettorio, le grandi cucine. Ma soprattutto la ruota dove non passavano solo i vettovagliamenti e i dolci. Per secoli su questa ruota, che padre Giuseppe Bucaro direttore dei beni culturali della Curia mostra spiegandone la funzione caritatevole, venivano lasciati anche i bambini abbandonati. E le suore se ne prendevano cura per assicurare loro una sopravvivenza decorosa ma un futuro pur sempre incerto. Il convento di Santa Caterina di piazza Bellini, nel cuore di Palermo, che si porta dietro una storia lunga sette secoli, si apre per la prima volta al pubblico da sabato. Per pochi giorni e non tutto ma una parte: il chiostro maiolicato con la fontana progettata da Ignazio Marabitti e la statua di San Domenico, il giardino che riecheggia la bellezza del cosmo, la sacrestia, la sala capitolare dove le suore leggevano e apprendevano le regole dell’ordine monastico, la sala della priora che ancora mostra alle pareti le ceroplastiche con santi e bambinelli fatte dalle suore.
Questi luoghi, che la Curia farà diventare museo etno-antropologico e centro di teologia della bellezza, raccontano una storia antica e custodiscono molti segreti che sarà possibile svelare. Il convento, con il suo enorme complesso e la chiesa con una cupola gigantesca, fu costruito tra il 1310 e il 1329 per volere di Benvenuta Magistro Angelo appartenente a una ricca famiglia aristocratica. Nel Quattrocento la struttura, nata come ospizio delle «repentite», è diventata convento per monache di clausura. Ne ha ospitate tante: in un certo periodo anche 400. La maggior parte provenivano da influenti famiglie nobiliari. Ma non tutte, ricorda la storica Patrizia Sardina, varcavano quelle grate per una libera scelta. Poche per vocazione, altre per evitare un matrimonio sgradito, alcune per preservare l’eredità patrimoniale di fratelli con un destino già progettato nel segno della ricchezza e del potere.
Il convento fu un punto di snodo di rapporti complessi e di alleanze politiche e sociali. Il monastero visse per questo in una grande prosperità ma fu anche un luogo in cui si confezionavano medicamenti e cosmetici con le rose coltivate in giardino e si impastavano in una enorme «balata» i dolci resi celebri dalla tradizione e dalla letteratura come le «minne di virgini» (seni di vergini) e il «trionfo di gola». Quest’arte che sopravvisse fino agli anni Settanta del secolo scorso sarà ripresa dagli chef Peppe e Luigi Giuffré seguendo le antiche ricette delle monache. I dolci rivisitati saranno disponibili in un punto di ristoro del convento che si progetta di aprire interamente. Padre Bucaro prevede interventi per 5 milioni sui beni artistici: il complesso ne conserva molti e di autori importanti come Antonello Gagini e Giovan Battista Ragusa.
Si cercano non solo fondi pubblici ma privati.

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Un giorno a scuola con fido

A scuola con il proprio cucciolo...il sogno di tanti bimbi che si avvera...anche se solo per un giorno. Merito di Purina che ha lanciato una petizione on line, Mettiamoci la zampa, per sostenere 3 diverse cause. Agli italiani è stato chiesto di scegliere tra la diffusione di luoghi pubblici pet-friendly, la presenza di animali da compagnia sul posto di lavoro e l'educazione dei bambini al rapporto con i pet. Ebbene la maggioranza si è espressa a favore dell'ultima causa ragion per cui oltre 200 bambini di 9 scuole primarie delle province di Catania, Palermo, Siracusa e Caltanissetta per una mattina potranno portare con sé a scuola il proprio cucciolo. Un educatore cinofilo terrà 100 lezioni gratuite a partire da domani 5 aprile fino al termine delle vacanze pasquali. I bimbi avranno dunque l'opportunità di apprendere la giusta maniera di interagire con il proprio animale e di fare tesoro dei consigli elargiti dagli esperti in merito alle cure da dedicare allo stesso.

lunedì 3 aprile 2017

Vuoi girare un film in Sicilia? Finanzia l’Ue

Vuoi fare cinema in Sicila? Con Media puoi! Si tratta di un progetto UE che stanzia per la programmazione 2014-2020 ben 824 mln di euro per la produzione, distribuzione di film, documentari, cortometraggi, il sostegno di festival dedicati all'audiovisivo e la promozione internazionale. Nell'ambito del Patto per la Sicilia nei prossimi tre anni sono previsti per l'audiovisivo 15 mln di euro dal nuovo accordo di programma. Per la realizzazione di lungo metraggi, animazioni e documentari creativi destinati alla distribuzione in sala e alla diffusione televisiva e online c'è un bando da 5mln e 391 mila euro. La cifra finanziata per un documentario creativo ammonta a 25 mila euro, 30 o 50 mila euro per un film, 60 mila per un film di animazione. Il termine ultimo per la presentazione delle domande scade il 20 aprile 2017. Per quanto riguarda invece l'organizzazione di festival il totale finanziato è di 2,9 mln di euro annuali. Il contributo stanziato che va dai 19 mila ai 75 mila euro è calcolato in base al numero di film europei previsti nella programmazione del festival. Le domande dovranno pervenire entro il 27 aprile 2017. Per ulteriori informazioni visitate il sito www.europa-creativa-media.it